Come mantenere un equilibrio con il cibo quando intorno non c’è

Come possiamo fare a mantenere un equilibrio con il cibo quando intorno a noi tutto crolla, metaforicamente?
E per crollare intendo quando siamo in un periodo fortemente stressante, quando viviamo la fine di una relazione, quando attraversiamo un lutto o abbiamo perso il lavoro?
Perché quando stiamo bene, la vita è tutto sommato tranquilla, abbiamo decisamente più risorse per pensare a noi ma quando capitano eventi davvero molto sfidanti come quelli che ho citato, arriva il bello
O il brutto.

Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast

Ascolta "Come mantenere equilibrio con il cibo quando tutto crolla" su Spreaker.

Come fare quindi per non perdere completamente la bussola e rimanere in equilibrio?

Alcuni punti importanti

Capire che l’equilibrio non è fisso e immutabile

Innanzitutto primo punto che per me si è rivelato fondamentale è capire che l’equilibrio non è qualcosa di fisso e immutabile ma flessibile, che cambia e si trasforma.

Più ci irrigidiamo sul voler ad ogni costo mantenere una fissità, una regola e una routine, più ci opponiamo al fluire della vita e ci allontaniamo dai nostri obiettivi.

Può sembrare un paradosso ma sto sperimentando ogni giorno di più che più riesco a lasciare andare o meglio a lasciare fluire, più mi sento centrata.

Mentre quando mi ostino a voler mantenere il controllo è proprio allora che lo perdo del tutto e le cose mi sfuggono di mano.

Lavorare sul rapporto con il cibo quando tutto “va bene”

Secondo punto importare: è darsi la priorità concreta di lavorare sul nostro rapporto con il cibo quando la routine scorre più o meno tranquilla. Impostare nuovi comportamenti quando non stiamo gestendo emergenze è sicuramente più facile e la ripetizione creerà delle nuove abitudini. E quando abbiamo automatizzato dei processi sarà molto più semplice metterli in atto anche quando cambiano le variabili intorno a noi.
Sembra scontato ma ti assicuro che è proprio quando le cose vanno bene che possiamo lavorare concretamente per gettare le basi che ci aiuteranno se e quando le cose non dovessero andare più così bene.
Un altro aspetto da considerare è rivedere le mie aspettative e ciò che chiedo a me stessa e me stesso nei periodi particolarmente sfidanti.
Proprio come trovo molto rischioso darsi l’obiettivo di dimagrire per Natale, non è realistico pensare di mantenere tutte le azioni di cura di sé durante un periodo di vita molto impegnativo dal punto di vista emotivo, psicologico e fisico.
Anche questo è un aspetto del tutto o nulla: o mi prendo cura di me al 100% oppure mando tutto al diavolo.
Prendersi cura di sé è un concetto differente per ognuno di noi, per qualcuno può voler dire curare l’alimentazione, allenarsi, meditare, stare nella natura, andare dal parrucchiere, concedersi i cibi preferiti.
Le giornate sono di 24 ore per tutti e spesso non è realisticamente possibile fare tutto quello che vorremmo. Allora ci sentiamo in colpa e falliti perché non siamo nemmeno riusciti a prenderci cura di noi. Senza tenere in considerazione che ci siamo riproposti di fare troppe cose!

Pianificazione realistica per mantenere l’equilibrio

La pianificazione deve essere realistica altrimenti rischia di rimanere solo un bel progetto sulla carta e di produrre gli effetti opposti a quelli desiderati.
Farci sentire ancora più “in disordine” e perse.
Quindi il primo step è creare il tuo unico modo realistico, realmente fattibile tutti i giorni per te di portare equilibrio nella tua alimentazione.
Per farlo devi porti alcune domande e rispondere con sincerità.
Cosa significa per me avere equilibrio nella mia alimentazione?
Smettere di abbuffarmi?
Non avere sempre fame?
Avere più energia?
Poter mangiare tutti i cibi che voglio senza sentirmi fuori controllo?
Queste sono alcune risposte ma ti invito a prendere carta e penna e rispondere tu stessa. O tu stesso.
E’ importante definire questo aspetto perché solo una volta che avrai chiaro cosa significa per te equilibrio in campo alimentare, potrai capire se l’hai raggiunto o meno

Creati una routine minima di base

Terzo aspetto: crearsi una routine minima di base che non è possibile non rispettare.
La politica dei piccoli passi è sempre quella più funzionale. Ad esempio, mangiare ad ogni pasto una porzione di verdure oppure avere dei pasti tipo già rodati che consideriamo gustosi e appaganti da preparare in pochi minuti o altro che troviamo semplice e veloce da fare.
In questo modo ci potremo sentire bene e soddisfatte /i di noi tutti i giorni
Ultimi punto, ma non per importanza, imparare ad esprimere concretamente gentilezza e compassione verso noi stesse e noi stessi.
Non c’è niente di male nel mangiare una fetta di torta perché ci sentiamo giù e ne abbiamo voglia, anzi concederci realmente e autenticamente di farlo può essere un modo per mantenere comunque un equilibrio.
Ma questo funziona solo e soltanto se io mi do realmente il permesso.
Quante volte invece pretendiamo da noi la perfezione e anzi nei momenti di difficoltà diventiamo ancora più intransigenti?

Ecco che spunta il perfezionismo

Come se ci dicessimo che quando va tutto bene sono capaci tutti ad essere “bravi” (tra tante virgolette ma ci siamo capiti) e invece noi per essere davvero degni e bravi e meritevoli dobbiamo essere perfetti anche quando le cose non vanno. Perché dobbiamo continuamente dimostrare di valere. Allora se mi concedo una fetta di torta per consolarmi del fatto che ho passato una giornata a mandare curricula senza riscontro, parte il dialogo interno più cattivo che puoi immaginare. Pensa se fosse una tua amica che ti racconta cosa sta attraversando e ti dice che si sente in colpa per la fetta di torta. Sono sicura che le diresti che è già stata bravissima a non aver ancora ucciso nessuno :)
La butto sul ridere per sdrammatizzare ma in quelle situazioni è davvero un dramma quello che viviamo nella nostra testa.
Anche in questo caso, se qualcosa non va allora tutto non va e quindi anche gli aspetti che eravamo riusciti a “salvare” e curare vengono tirati giù nel vortice.
Per imparare a trattarci come se fossimo i nostri migliori amici però è necessario fare pratica prima, quando quello che abbiamo intorno è più o meno in equilibrio.
Allora perché non iniziare già da oggi a creare dei comportamenti che poi diventeranno abitudini e che saranno la nostra cassetta del pronto soccorso proprio in quei momenti?
Se vuoi scoprire come possiamo lavorarci insieme, puoi fissare una chiamata gratuita da QUI o scrivermi a info@bonacinisara.it

 

 

 

Immagine da Freepik

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