Perché le persone inventano scuse per non fare ciò che fa bene

Qualche giorno fa su Instagram ho chiesto se ci fossero temi che vorresti fossero trattati nel podcast.

Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast

Listen to "Inventare scuse per non fare ciò che ci fa bene" on Spreaker.

Mi sono arrivate alcune idee e domande, oggi provo a rispondere ad una di queste.

La domanda in questione è: ”Perché le persone inventano scuse per evitare di fare cose che fanno il loro bene come sport e dieta?”

Come immaginerai la questione è complessa e provo a darti un mio umile parere, frutto della mia esperienza personale e professionale.

Non ho la pretesa di avere la verità in tasca e anzi ti invito a diffidare di chi sostiene il contrario.

A mio avviso, ci sono numerosi aspetti da considerare.

Sono vere scuse?

Il primo è che, per molte persone, quelle che chiamiamo scuse, non lo sono.

Intendo dire che molti non hanno ancora il livello di consapevolezza necessario per “vedere” che le sfide al cambiare abitudini non sono insuperabili.

Questo ha a che fare con il senso di responsabilità, con il prendersi la piena responsabilità della propria vita e delle proprie scelte.

Con ciò non voglio esprimere un giudizio ma portare attenzione al fatto che per molte persone non è nemmeno pensabile cambiare alcuni aspetti della propria vita per raggiungere un obiettivo.

Si rendono conto che starebbero meglio cambiando il proprio stile di vita ma vorrebbero il risultato senza modificarlo. Per alcune persone si tratta di fare questo switch: prendersi la piena responsabilità della propria vita.

A volte le resistenze sono profonde e radicate perché hanno a che fare con la nostra identità e con le nostre convinzioni sul mondo.

Se, ad esempio, penso che una brava madre non possa permettersi di andare in palestra o che il desiderio di vedersi bella sia in conflitto con l’essere una madre di famiglia, è molto probabile che trovi “scuse” per non mettere in atto i comportamenti necessari a raggiungere i miei obiettivi.

Consapevolezza delle nostre convinzioni profonde

Prima però devo diventare consapevole di queste convinzioni e ti assicuro che non è facile.

Alcune persone hanno la convinzione che occuparsi del proprio aspetto fisico sia da “superficiali” o che fare sport serva soltanto se si vuole dimagrire

Se ti chiedessi ora se pensi che una brava madre non possa permettersi di andare in palestra, sono sicura che mi risponderesti convinta di no.

Perché a livello logico e razionale sai che questo non ha niente a che fare con l’essere una buona madre (anzi potresti rispondermi che prendersi cura di sé sia un esempio positivo per i tuoi figli).

Ma ad un livello inconscio potresti avere fatto tue convinzioni e credenze non tue ma della tua famiglia o di altre persone per te significative e aver sentito ripetere fin da piccola frasi simile in casa, a scuola o in altre situazioni.

E aver in qualche modo assorbito queste convinzioni al punto di credere che siano le tue. Anche se tue non lo sono.

Non è semplice essere così sincere con noi stesse perché spesso questi temi creano un conflitto, infatti nel coaching si lavora molto sui valori personali e sulle credenze limitanti, perché solo riconoscendole ed accettandole (come sempre nell’accezione di prenderne atto, non di farcele piacere), le possiamo cambiare.

Quindi il primo aspetto è avere il coraggio e l’onestà di ammettere che queste scuse nascondono altro rispetto alla nostra presunta poca forza di volontà.

Imparare a posticipare il piacere

Secondo aspetto, ciò che ci fa bene sul momento spesso non è piacevole.

E questo si collega al tema del posticipare il piacere (ho già parlato di come funziona il cervello qui).

Iniziare a fare movimento, mangiare cose differenti o in quantità differenti rispetto al nostro solito rappresenta qualcosa al di fuori della zona di confort e di ignoto.

Quindi prevede che ci sia un po’ di frustrazione che tollero in vista di una soddisfazione più grande nel futuro.

Ad esempio vado in palestra invece di stare sul divano, perché so che poi mi sentirò meglio

Mangio una fetta di torta al posto delle solite 2 perché so che digerirò meglio, mi sentirò bene nei miei abiti.

Facciamo il “bilancio dei piaceri”

Un aspetto per me fondamentale è fare quello che io chiamo “bilancio dei piaceri” .

E’ importante riconoscere il piacere che vorresti ottenere immediatamente e determinare quanto sia importante rispetto al tuo obiettivo a lungo termine. Chiediti se il piacere immediato ti avvicinerà o ti allontanerà dal raggiungimento dell’obiettivo.

Prova poi consapevolmente a pianificare il ritardo: decidi consapevolmente di posticipare il piacere immediato per concentrarti sull’obiettivo a lungo termine. Puoi stabilire un periodo di tempo specifico durante il quale rinuncerai al piacere per concentrarti sulla tua attività o impegno.

Poiché il cambiamento delle abitudini avviene sul lungo periodo, puoi programmare delle ricompense, per motivarti e prevedere dei veri e propri “appuntamenti con il piacere”. Siano essi una cena più sfiziosa oppure un libro, un rossetto, un piccolo viaggio o qualsiasi cosa che ti dia piacere

La mappa non è il territorio

Quello che ci frega spesso è che “la mappa non è il territorio”

In mente abbiamo ben chiaro come dovrebbe andare: voglio dimagrire, inizio a fare i cambiamenti necessari, il peso scende, mi sento meglio e stop.

Questa è la nostra mappa ma nella realtà esistono mille altre variabili da considerare (il territorio appunto): il corpo non risponde come mi aspettavo, ho inviti inaspettati e non so come gestirli, l’organizzazione dei pasti mi richiede più tempo del previsto, capitano imprevisti e devo saltare un allenamento, devo gestire la frustrazione di non vedere risultati immediati…e così via.

Ecco che magari iniziamo con tutti i migliori propositi ma poi ci perdiamo per strada e inventiamo le famose scuse di cui parlava la domanda per non rischiare di fallire, di nuovo.

Perché ogni fallimento non è a costo zero: porta con sé delusione, senso di non essere capaci ed ogni volta ricominciare è più difficile.

Per questo motivo occorre essere molto onesti con se stessi e identificare innanzitutto obiettivi davvero realistici.

Poi individuare cosa nascondono quelle scuse e lavorare su quelle paure per poter finalmente essere libere di raggiungere i nostri obiettivi.

Spero di aver risposto alla domanda, offrendo il mio punto di vista che vuole essere solo uno spunto di riflessione e consapevolezza.

Se ti senti in difficoltà nel tuo rapporto con il cibo e non sai come raggiungere i tuoi obiettivi, possiamo fissare una chiamata gratuita in cui puoi spiegarmi le tue necessità e valutare se e come posso esserti di aiuto

Trovi il link per prenotarla nella descrizione dell’episodio o nella mia del mio profilo Instagram dr.ssabonacinisara

Ti ringrazio di avermi ascoltata e se ci sono argomenti dei quali ti piacerebbe parlassi nel podcast, ti invito a scrivermi a info@bonacinisara.it.

Noi ci sentiamo presto

 

 

Immagine da Freepik https://urly.it/3-4av

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