Oggi parliamo della paura di fallire.
Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast:
Ascolta "Paura di fallire" su Spreaker.Paura di fallire: il peso delle esperienze passate
Se in passato hai già intrapreso percorsi di dimagrimento o di gestione del tuo rapporto con il cibo, è un tema che potresti sentire molto vicino.
Mi capita spesso di parlare con persone che vorrebbero iniziare un percorso ma sono letteralmente bloccate dalla paura di fallire.
Se anche tu hai provato varie strade e non sono state risolutive è comprensibile che l’entusiasmo per un nuovo percorso sia smorzato dalla paura. Oggi ti propongo alcune domande che, spero potranno aiutarti, nel capire se sei pronta a iniziare un percorso di cambiamento e per spegnere la tua paura di fallire
Qual è il tuo obiettivo principale?
Può sembrarti banale ma definire un obiettivo preciso e realistico è il primo passo verso il successo.
Il più delle volte iniziamo qualcosa con il vago obiettivo di stare meglio, essere più felici, non sentirci più male come ora…tutti aspetti legittimi e sacrosanti ma troppo vaghi.
Qual è il tuo obiettivo ora?
Perdere 10 kg?
Non avere più abbuffate?
Vivere il cibo con gioia e non considerarlo più un problema?
Smettere di contare le calorie?
Qualsiasi sia il tuo obiettivo va benissimo ma è importante definirlo e anche scriverlo nero su bianco perché ti potrà capitare di raggiungerlo e cambiarlo durante il cammino, adattandolo ai cambiamenti che farai tu nel percorso ma se non lo hai ben chiaro non potrai nemmeno accorgerti che l’hai raggiunto. O che ha perso importanza ed ora ha la priorità un obiettivo nuovo.
2) Cosa speri di ottenere da questo percorso?
Subito dopo aver definito l’obiettivo è importante che tu chiarisca le aspettative nei confronti del percorso che vuoi intraprendere.
Ti faccio un esempio pratico: mettiamo il caso che tu voglia smettere di abbuffarti e decidi di intraprendere il percorso di Mindful Eating con il mio supporto.
Cosa speri di ottenere da questo percorso?
Strumenti pratici? Di svegliarti una mattina ed essere libera dalle abbuffate? Di iniziare ad invertire la rotta e, ad esempio, ridurre la frequenza e l’entità degli episodi?
Come vedi avere aspettative realistiche rispetto a uno strumento che decidiamo di utilizzare è cruciale, altrimenti ci verrà voglia di gettare la spugna la primo momento no. E’ questo è il modo migliore per non avere mai risultati
3) Sei pronta a mettere in discussione le tue abitudini, convinzioni e comportamenti e a impegnarti attivamente per il tuo cambiamento?
E qui in genere casca l’asino! Perché a parole siamo tutti bravi a dirci disposti a cambiare ma quando arrivano i fatti, vengono a galla tutte le nostre resistenze.
Un percorso di vero cambiamento duraturo è impegnativo: questo non significa che dovrai sputare sangue o ti verranno proposte cose difficilissime ma che dovrai essere aperta al metterti in discussione. A fare degli esercizi, ad investire un po’ di tempo tutti i giorni o comunque con regolarità per lavorare sugli aspetti che vuoi cambiare.
Perché il cambiamento avviene tramite la ripetizione di nuovi gesti e comportamenti e per sua natura richiede un tempo fisiologico.
Il tutto e subito
E questa può essere una grande sfida per chi come noi che abbiamo avuto o ancora abbiamo un rapporto conflittuale con il cibo, vuole tutto e subito!
Ma tutto e subito esiste solo nelle favole o nelle vite patinate delle copertine o delle storie di Instagram.
Niente che abbia un valore arriva subito e senza sforzo.
Molto spesso, superata la fase dell’impegno, se guardi indietro potrebbe venirti spontaneo minimizzare gli sforzi fatti, perché il tempo che passa cambia la prospettiva delle cose, Mi viene in mente una canzone di Guccini che parla del ricordo che cambia in meglio.
Il ricordo davvero cambia in meglio: rende più belli i momenti sereni e meno dolorosi quelli estremamente difficili.
Quindi per cambiare devi necessariamente rimboccarti le maniche. Sempre con amore e gentilezza, per me non esiste il “no pain, no gain” ma il rimanere con l’attenzione focalizzata su di te.
4) Hai tempo da dedicare al coaching e agli esercizi che potrebbero essere richiesti?
Collegato all’impegno c’è il tema del tempo. Hai il tempo richiesto? Nei miei percorsi il tempo richiesto è poco ma costante. E il fatto che tu sia disponibile a trovare tempo dà la misura del valore che ha per te risolvere quello specifico problema.
Io penso che, entro certi limiti, il tempo si trovi sempre.
Chiaro è che se parliamo di due ore al giorno per molte persone possono essere un impegno molto gravoso ma non trovare 15-20 minuti al giorno da dedicare a te stessa significa vivere una vita insostenibile. Oppure trovare delle scuse.
5) Cosa non ha funzionato nelle tue precedenti esperienze?
E’ importante riflettere su cosa non è andato come avresti voluto nelle tue esperienze precedenti per poter correggere il tiro e avere ben chiaro cosa cerchi ora.
In modo da non ripetere lo stesso copione.
Forse in passato ero convinta che la soluzione era solo e soltanto l’ennesima dieta.
Oppure hai già provato percorsi simili e non hai ottenuto i risultati che volevi?
Qualche mese fa mi ha contattato una ragazza interessata al mio percorso di Mindful Eating e durante la prima chiamata conoscitiva mi ha spiegato che in passato aveva già intrapreso un percorso di questo tipo.
Ed era in difficoltà perché pur rendendosi conto che era qualcosa che faceva per lei, temeva di essere condizionata dalla brutta esperienza.
In quel caso, Elena chiamiamola così, ha deciso di iniziare il percorso insieme e ha potuto sperimentare che, a dispetto del nome molto simile, il contenuto e gli strumenti non erano uguali al suo percorso precedente.
E soprattutto lei non era la stessa di anni prima ed io non ero la professionista che l’aveva seguita
L’apporto dato dalla relazione di cura ha un valore enorme e grandi ricadute anche sui tuoi risultati.
Più ti senti accolta, capita e supportata, più sarai spronata a metterci impegno e costanza. E in una relazione di fiducia e priva di giudizio non ti sentirai stupida a chiedere informazioni in più, potrai imparare molto di più sulle tue dinamiche interne e su di te.
6) Come definisci il successo e il fallimento in questa specifica situazione?
E’ importante trovare indicatori realistici per capire se sei sulla strada giusta.
Se ti abbuffi tutti i giorni da anni, non è realistico pensare di smettere da un giorno all’altro di farlo. Questo non vuol dire che non possa capitare, a volte succede, con alcune mie pazienti è andata così ma molto più spesso il processo di cambiamento è più sfumato e meno lineare. Con giorno buoni e altri meno buoni,
Allora diventa importante definire da cosa ti accorgerai che stai migliorando nel tuo rapporto con il cibo
Riesci ad affrontare con meno ansia gli eventi sociali?
Le abbuffate si sono ridotte in frequenza e o intensità?
Riesci a tenere in casa i tuoi cibi trigger senza doverli finire per forza? Almeno ogni tanto. Anche in questo caso è assolutamente normale non passare dal tutto o nulla.
Paura di fallire e “tutto o nulla”
Da- non posso tenere in casa un pacchetto di patatine senza finirlo al -tutte le volte che compro le patatine poi mi fermo alla giusta quantità.
Datti tempo e trattati con gentilezza: se prima era sempre così (10/10) e ora succede 7 volte su 10, fidati che è un enorme risultato!
Ricorda sempre di celebrare i tuoi progressi per renderli più solidi e concreti
Per oggi mi fermo qui, come sempre se hai domande, consigli o semplicemente voglia di condividere le tue riflessioni, puoi commentare qui sotto o scrivermi a info@bonacinisara.it e in DM su Instagram
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