Una delle cose che i miei pazienti trovano più difficile è regalarsi quello che possiamo chiamare SANO EGOISMO
Se preferisci ascoltare la puntata, ecco l’episodio di oggi
Ascolta "Sano egoismo e assertività" su Spreaker.Ad esempio non cucinare i legumi perché gli altri componenti della famiglia non li amano, evitare di fare alcune cose perché gli altri non ne sarebbero felici ecc ecc
Perché è difficile concedersi un sano egoismo
Nella nostra cultura esiste un aspetto moralistico che coinvolge tutti e soprattutto le donne.
Per una donna è quasi automatico sentirsi in colpa ogni volta che mette in atto o anche soltanto pensa di fare qualcosa di vantaggioso solo per se stessa. Come se il fare qualcosa di vantaggioso per me debba corrispondere AUTOMATICAMENTE ad uno svantaggio per l’altro.
Abbandonare il club dell’altruismo e dei sensi di colpa non è facile perché da una parte affonda le radici nell’educazione e nelle convinzioni di una vita e dall’altra forse, in fondo in fondo, ci gratifica sapere che “siamo brave” soltanto se teniamo conto delle esigenze altrui.
E’ un nostro diritto mettere in atto un sano egoismo o un egoismo intelligente: non sentirsi sempre in dovere di risolvere i problemi altrui e di risolverli a discapito delle nostre personali scelte, desideri e bisogni. E’ importante comprendere che il comportamento più efficace è cominciare a dare per poter poi ricevere.
Credere che ci si possa sentire a posto con noi stessi pensando che non si debba essere egoisti è un auto inganno: in questo modo generiamo relazioni non basate sul piacere del dare e ricevere reciproco ma sul senso del dovere e sul senso di colpa.
Questo non farà altro che lasciarci frustrate e aumentare il nostro bisogno di lamentarci
Liberiamoci dalla tendenza a voler fare il bene delle persone care che abbiamo intorno perché non è di questo che hanno bisogno. Solo assumendoci la responsabilità di voler bene a noi stessi potremo essere in grado di volere bene agli altri
Spesso nei miei incontri con i pazienti mi viene riportato che le perdite di controllo alimentari avvengono quando sono emotivamente scossi.
Quando per fare il presunto bene del prossimo (un figlio, un partner, un genitore, un amico) non si ascoltano e non si rispettano, abituandosi così a mettersi costantemente al secondo posto. A non darsi attenzione né gratificazione che vengono spesso ricercate proprio nel cibo che si sta cercando di controllare.
Parliamo di assertività
A questo discorso si lega quello dell’assertività: cosa significa essere assertivi?
Significa essere capaci di esprimere le proprie opinioni ed emozioni senza offendere l’interlocutore né aggredirlo.
Con una metafora potremmo dire far sentire la propria voce senza urlare.
È una caratteristica del comportamento umano molto difficile da sviluppare soprattutto se i temi trattati ci stanno molto a cuore.
In chi non ha un rapporto disteso con il cibo osservo spesso la tendenza a non prendere in considerazione i propri bisogni che, ignorati volta dopo volta, arrivano ad urlare per farsi notare. Così spesso scatta la perdita di controllo e ci si ritrova a non capirne il perché.
Consapevolezza per poter scegliere
Io credo che sia molto importante diventare più consapevoli di questi meccanismi per comprendere meglio anche i nostri comportamenti e non sentirci in balia del caso e delle nostre emozioni.
Prova a fare caso a quanto può essere difficile dire un no a tavola: magari per paura di offendere o di sentirsi in dovere di rispondere a domande fastidiose.
Ti sei mai trovata nella situazione di mangiare qualcosa che non ti andava? E sentirti poi infastidita per averlo fatto e non essere stata capace di rispettare le tue sensazioni e i tuoi desideri? Poi magari “mangiarci sopra” perché tanto ormai avevi rotto la dieta?
E’ uno scenario molto comune e altrettanto doloroso.
Rispettare noi stesse è la base per esercitare un sano egoismo
Se facciamo qualche passo indietro, notiamo come alla base di tutta la valanga di emozioni e pensieri ci sia il non essersi rispettate. Non dare valore a quello che proviamo-in questo caso la sazietà o i gusti personali- per far contenti gli altri.
A volte uso la similitudine di trattarsi come una pattumiera che, è un po’ rude ma rende bene l’idea
Non vogliamo buttare il cibo quindi lo buttiamo dentro di noi, non accorgendoci che ci stiamo trattando esattamente come un cestino dei rifiuti
Quel cibo non ci farà bene e per noi è troppo
Chiaramente non ti sto esortando a buttare il cibo, credo che anche per te sia molto importante evitare gli sprechi. Voglio solo farti riflettere sul fatto che, comportandoti così, lo avrai ugualmente sprecato
Un esercizio potente
Dunque oggi ti propongo un esercizio per allenare la tua assertività.
Nella prima parte vorrei che osservassi le occasioni che ti si presentano per dire no e quando le cose non vanno come vorresti e non riesci a dire il tuo no, non giudicarti ma prendi nota delle circostanze.
Osserva se ci sono delle costanti: con chi ti capita più spesso? Con chi è più difficile dire no? Ci sono particolari momenti della giornata in cui si verifica? In che luogo? Ci sono argomenti o ambiti in cui ti risulta più difficile (ad esempio soldi, attività del tempo libero, suddivisione dei compiti con il tuo partner)?
Nella seconda parte prenderai in esame le tue resistenze.
E’ naturale resistere al cambiamento perché è visto come minaccioso e incerto. Anche se situazione in cui ci troviamo ci fa soffrire, la nostra mente preferisce la via conosciuta e crea delle resistenze che ci rendono complesso e faticoso cambiare
Vorrei provassi a chiederti se riesci ad individuare delle convinzioni profonde che ostacolano il tuo cambiamento. Ad esempio: “Se dico di no, perderò il suo amore” oppure “Se rifiuto, rimarrò sola” o ancora “Se dico di no, poi non sarò più in credito con quella persona (e perderò potere su di lei)”
Prova a individuare i messaggi che ti sono stati trasmessi dalla tua famiglia e dalle tue persone di riferimento riguardo al dire no.
Quali giudizi riconosci?
Ora poniti come obiettivo, per 2 settimane di seguito di dire un NO al giorno in modo educato, fermo, senza doverti giustificare o dilungarti in troppe spiegazioni
Per oggi ti saluto, ti invito a condividere le tue riflessioni se ti va, scrivendomi a info@bonacinisara.it e ti do appuntamento al prossimo episodio!
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