Oggi parliamo di pensieri negativi sul cibo: quella vocina critica che probabilmente conosci benissimo. Anzi, scommetto che l’hai sentita anche tu, magari proprio oggi, magari proprio dopo pranzo o dopo cena.
È quella vocina. Sai di cosa parlo, vero? Quella voce nella tua testa che, appena finisci di mangiare, inizia il suo monologo: “Hai mangiato troppo. Era troppo. Non dovevi prendere il secondo pezzo. Guarda quante calorie. Domani devi compensare. Hai rovinato tutto.”
Ecco, oggi parliamo proprio di lei: di come nascono questi pensieri negativi sul cibo, perché sono così potenti e, soprattutto, come puoi iniziare a rispondere in modo diverso per liberartene una volta per tutte.
Se preferisci ascoltare ecco l’ episodio del podcast:
Ascolta "Come gestire i pensieri negativi sul cibo" su Spreaker.Riconosci questi pensieri negativi sul cibo?
Prima di tutto, voglio dirti una cosa importante: se hai questa voce critica, non sei sola. Praticamente tutte le persone con cui lavoro mi raccontano di questo dialogo interno spietato che si scatena dopo i pasti. È come avere un giudice severo seduto accanto a te ogni volta che mangi, pronto a emettere la sua sentenza.
E sai qual è il problema? Che questi pensieri negativi sul cibo non rimangono solo nella tua testa. No, hanno conseguenze concrete e pesanti sul tuo comportamento. Quella vocina ti spinge a compensare, a restringere il pasto successivo, a prometterti che domani sarai perfetta. Oppure, paradossalmente, ti porta dritto verso l’abbuffata: “Tanto ormai ho già sbagliato, che differenza fa se continuo?”
È un circolo vizioso che ti tiene intrappolata in un rapporto conflittuale con il cibo. E oggi voglio aiutarti a iniziare a spezzare questo circolo.
Da dove nasce il dialogo interno critico
Ti sei mai chiesta perché hai sviluppato questa voce così severa? Non nasce dal nulla. Questa critica interiore si è formata nel tempo, nutrita da anni di messaggi esterni che hai assorbito e fatto tuoi.
Pensa a quante volte hai sentito dire che devi controllarti, che alcuni cibi sono “cattivi”, che mangiare troppo è un fallimento morale. Pensa a tutte le diete che hai provato, ognuna con le sue regole rigide su cosa, quanto e quando mangiare. Ogni volta che “sgarravi”, cosa succedeva? Ti sentivi in colpa, sbagliata, fuori controllo.
Col tempo, tutte queste voci esterne sono diventate la tua voce interiore. Hai interiorizzato il giudizio e ora sei tu stessa a punirti, senza bisogno che qualcun altro lo faccia. I pensieri negativi sul cibo sono diventati automatici, un riflesso condizionato che scatta appena finisci di mangiare.
E c’è un altro aspetto importante: questa voce critica spesso maschera emozioni più profonde. Quando ti dici “ho mangiato troppo”, in realtà stai esprimendo paura, ansia, bisogno di controllo. È come se, criticandoti sul cibo, riuscissi a dare un nome a un disagio più vago e difficile da gestire.
Perché i pensieri negativi sul cibo sono così difficili da superare
Ora, potresti pensare: “Ok Sara, ho capito da dove viene. Ma perché è così difficile smettere di ascoltarla?”
La risposta è che questa voce, per quanto dolorosa, ti dà una falsa illusione di controllo. Quando ti critichi, senti di star facendo qualcosa per “rimediare”. È come se quella voce ti proteggesse dal pericolo di perdere totalmente il controllo sul cibo e sul tuo corpo.
Inoltre, questi pensieri negativi sul cibo sono diventati un’abitudine mentale così radicata che li consideri verità oggettive. Non li metti in discussione. Quando la vocina dice “hai mangiato troppo”, tu ci credi automaticamente, senza chiederti se sia davvero così o se stia esagerando.
C’è anche un altro motivo: spesso non hai mai imparato un modo alternativo di relazionarti con il cibo. Se per anni l’unica strategia che hai conosciuto è stata il controllo rigido seguito dall’autocritica, è normale che tu non sappia come fare diversamente.
Come iniziare a rispondere diversamente
E qui arriviamo al cuore della puntata: cosa puoi fare concretamente per gestire questi pensieri negativi sul cibo in modo più gentile e costruttivo?
Primo passo fondamentale: riconoscere la voce per quello che è. Quando senti quella critica dopo aver mangiato, fermati un momento e nota: “Ecco, sta arrivando di nuovo quella voce critica.” Questo semplice atto di riconoscimento crea già una distanza tra te e il pensiero. Non sei tu quella voce, è solo un pensiero automatico che attraversa la tua mente.
Una volta che hai riconosciuto il pensiero, prova a metterlo in discussione. Chiediti: è davvero vero che ho mangiato troppo? Su quali basi lo sto affermando? Ho davvero dati oggettivi o sto solo ripetendo un vecchio schema? Spesso scoprirai che quella voce esagera, generalizza, usa termini assoluti come “sempre” o “mai” che raramente corrispondono alla realtà.
Poi, e questo è cruciale, prova a rispondere con una voce più compassionevole. Immagina come parleresti a un’amica cara che viene da te dicendoti di sentirsi in colpa per aver mangiato. Le diresti “hai ragione, sei stata terribile, non dovevi farlo”? Certo che no. Le diresti qualcosa come “va bene, un pasto abbondante non rovina nulla, domani continuerai a mangiare normalmente”. Ecco, prova a dire le stesse cose a te stessa.
Un altro strumento potente è scrivere. Quando i pensieri negativi sul cibo si fanno insistenti, prenditi qualche minuto per metterli nero su bianco. Scrivi quello che ti dice la voce critica, poi accanto scrivi una risposta più equilibrata e gentile. Questo esercizio ti aiuta a esternalizzare il pensiero e a vederlo con maggiore obiettività.
E infine, lavora sulla prevenzione. I pensieri critici spesso si intensificano quando arrivi ai pasti troppo affamata, stressata o emotivamente vulnerabile. Più riesci a prenderti cura di te durante la giornata, mangiando regolarmente, gestendo lo stress, dormendo a sufficienza, meno quella voce critica avrà potere su di te.
Cosa NON fare
Prima di concludere, voglio dirti anche cosa NON devi fare, perché alcuni tentativi di gestire questi pensieri possono in realtà peggiorare la situazione.
Non cercare di eliminare completamente i pensieri negativi sul cibo con la forza di volontà. Non funziona così. Più cerchi di non pensare a qualcosa, più ci pensi. L’obiettivo non è avere una mente vuota e perfetta, ma imparare a rispondere diversamente quando questi pensieri si presentano.
Non usare la critica per criticare la critica. So che suona confuso, ma capita spesso: ti accorgi di avere quella voce severa e ti dici “ecco, di nuovo, sono proprio sbagliata anche in questo”. No, non aggiungere un ulteriore strato di giudizio. Accogli con gentilezza anche il fatto che quella voce esista.
E soprattutto, non pensare che dovrai essere perfetta in questo nuovo approccio. Ci saranno giorni in cui la voce critica sarà più forte, giorni in cui le crederai di più, giorni in cui dimenticherai tutti questi strumenti. Va bene così. La guarigione non è lineare e ogni volta che ti accorgi di essere stata severa con te stessa è già un passo avanti rispetto al farlo in automatico.
Conclusione
Ricapitolando: quella vocina critica che ti giudica dopo i pasti non è la verità, è solo il risultato di anni di condizionamenti e diete. I pensieri negativi sul cibo possono essere messi in discussione e, con pratica e pazienza, puoi imparare a rispondere con più compassione verso te stessa.
Il percorso richiede tempo, lo so. Non ti sto dicendo che da domani quella voce sparirà magicamente. Ma ogni volta che la riconosci, ogni volta che le rispondi con gentilezza invece che con ulteriore rigidità, stai riscrivendo la tua relazione con il cibo e con te stessa.
E questo, credimi, vale tutto il tempo e l’impegno che ci metterai.
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