La vitamina D è una sostanza molto importante per il nostro organismo e pur essendo una vitamina si comporta come un ormone che contribuisce a regolare il metabolismo del calcio.
Ne esistono 5 forme ma quelle più interessanti a livello biologico sono la D2 e la D3, che devono essere attivate da fegato e reni.
Possiamo produrre vitamina D anche attraverso l’esposizione solare: nella pelle esiste una riserva di provitamina D chiamata deidrocolesterolo, che attraverso l’azione dei raggi UVB viene trasformata in un precursore della vitamina D che sarà attivato da fegato e reni.
PRINCIPALI FUNZIONI
- Assorbimento del calcio
- Metabolismo di calcio/fosforo
- Controllo nello sviluppo dei tumori
Mentre le prime due funzioni sono note da tantissimo tempo, il ruolo della vitamina D nello sviluppo dei tumori è relativamente recente: in particolare pare coinvolta nell’inibire la proliferazione metastatica e promuovere l’apoptosi delle cellule neoplastiche.
Gioca quindi un importantissimo ruolo della funzione immunitaria del nostro organismo: pare infatti coinvolta nel modulare la riposta immunitaria in varie patologie autoimmuni come spondilite anchilosante, diabete mellito di tipo 1, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, asma, morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, sindrome di Sjogren, psoriasi, vitiligine, fibromialgia, tiroidite di Hashimoto.
Inoltre parecchi studi suggeriscono un suo ruolo anche nella prevenzione di malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson
VALORI OTTIMALI E DOSI RACCOMANDATE
Non è semplice definire il dosaggio di vitamina D ottimale: innanzitutto essendo attivata dall’esposizione solare è intuibile che in inverno, alle nostre latitudini, è difficilmente raggiungibile un valore ottimale.
Quindi il primo passo è senza dubbio esporsi al sole: circa 20-30 minuti di esposizione al sole, con le braccia e le gambe scoperte e senza protezione solare, sono in grado di produrre 10.000 unità di vitamina D.
Si, avete capito bene: senza protezione solare poiché questa inibisce l’attivazione della vitamina (oltre al fatto che in molti solari contengono parabeni, siliconi, petrolati e sostanze nocive che vengono assorbite per via cutanea). Questo ovviamente non vuol dire scottarsi ma esporsi al sole nelle ore in cui i raggi sono meno diretti, per un tempo congruo al proprio fototipo.
Nuove recenti ricerche affermano che i livelli raccomandati di vitamina D sono troppo bassi e dovrebbero tenere conto anche del peso corporeo, poiché essendo una vitamina liposolubile, questa si deposita nel tessuto adiposo e in persone obese è meno disponibile ai fini metabolici (il valore nel sangue è minore)
Recenti dati di letteratura suggeriscono i seguenti intervalli di riferimento nel dosaggio della vitamina 25(OH)D, secondo i criteri del dott. Holick:
| nmol/L | Ng/ml | |
| CARENZA | <50 | <20 |
| INSUFFICENZA | 50-75 | 20-30 |
| ECCESSO | >250 | >100 |
| INTOSSICAZIONE | >375 | >150 |
http://www.siommms.it/category/linee-guida/
In conformità con le ultime linee guida SIOMMMS ( Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro ), in Italia viene accettata la definizione dell’ipovitaminosi D con una soglia diagnostica della concentrazione di vitamina D inferiore a 30 ng/ml (condizione che include gli stati di insufficienza e carenza di vitamina D).
Il range ideale per assicurarsi un livello protettivo e preventivo ad ampio spettro è tra i 40 e i 60 ng/ml oppure tra i 100 e i 150 nmol/L, secondo le più recenti ricerche della GrossrootsHealth.
COME INTEGRARE
La frequenza ottimale di integrazione di vitamina D è giornaliera, in quanto questa vitamina ha una emivita di 24 ore: significa che se prendiamo 10.000 UI, il corpo il giorno dopo ne avrà disponibili 5000 UI, dopo 3 giorni ne avrà 2.500, dopo 4 giorni ne avrà 1.250 e così via fino a scomparire. Quella assunta in mega dosi fa aumentare subito il livello nel sangue, ma non la rende disponibile quotidianamente nei tessuti, dove ci serve maggiormente.
Quanta vitamina D dobbiamo integrare per raggiungere tali livelli?
Dipende ovviamente dal livello di partenza pre-integrazione.
La dose necessaria per le persone in sovrappeso od obese per raggiungere livelli ottimali di 25 (OH) D sarebbe in realtà di 12.000-20.000 UI al giorno; 2-3 volte superiore alla quantità necessaria a un individuo normopeso.
Inoltre, lo studio ha mostrato che la supplementazione di vitamina D è sicura fino a 20.000 UI al giorno, anche con peso normale.
Ad oggi quindi si ritiene sicura una integrazione di 5000-10000 UI al giorno
Siccome la vitamina D è coinvolta nel metabolismo osseo insieme a paratormone, fosforo e calcio esistono condizioni in cui si sconsiglia l’integrazione esse sono ipercalcemia, insufficienza renale, iperparatiroidismo primitivo, ipertiroidismo.
E’ consigliabile monitorare periodicamente calcemia, fosforemia e paratormone anche in soggetti sani, per poter effettuare un’integrazione mirata e personalizzata dato che è impossibile prevedere il livello di assorbimento individuali.
FONTI ALIMENTARI
Le fonti alimentari di vitamina D sono sostanzialmente animali: olii di pesce, pesce grasso (salmone, sgombro, aringhe,..) formaggi, burro, tuorlo d’uovo, olio di fegato di merluzzo.
Anche funghi e alghe sono una discreta fonte di vitamina D.
Il problema legato all’assunzione di vitamina D attraverso i cibi è che non è l’unica sostanza a depositarsi nei grassi: se le fonti sono inquinate nel grasso saranno presenti anche le tossine, metalli pesanti compresi.
RIFERIMENTI
- Ekwaru JP et al. The importance of body weight for the dose response relationship of oral vitamin D supplementation and serum 25-hydroxyvitamin D in healthy volunteers. PLoS One. Nov, 2014.
- Holick, Michael F. “VITAMIN D: A D-LIGHTFUL SOLUTION FOR HEALTH.”Journal of investigative medicine : the official publication of the American Federation for Clinical Research 6 (2011): 872–880. PMC. Web. 30 Apr. 2017.
- http://grassrootshealth.net
- http://www.aots.sanita.fvg.it
- Pirro G. Vitamina D: integratori, livelli ottimali, dosaggi. www.oukside.com





