Oggi voglio parlarti del non giudizio e per farlo voglio prima introdurre e rendere concreto (e spero efficace anche per te), un argomento molto vasto e apparentemente astratto
I 7 pilastri della Mindfulness
I 7 pilastri della Mindfulness e come possono aiutarci IN CONCRETO ad uscire dal ciclo delle abbuffate.
Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast:
Ascolta "Non giudizio: come può aiutarti DAVVERO nel percorso di cambiamento" su Spreaker.
Prima di tutto, iniziamo con la definizione di Mindfulness:
“Mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante.”
Nonostante le origini di questa ricerca della consapevolezza non possano essere ricondotte ad un contesto geografico e temporale preciso, la dottrina buddista costituisce probabilmente la tradizione che più di tutte rappresenta il tema della consapevolezza.
Come si legge sul sito State of Mind:
“Mindfulness originariamente traduce il termine sanscrito sati, difficilmente traducibile con una sola parola. Sati è memoria del presente e presenza mentale, è conoscenza di ciò che accade in campo fenomenologico (Bodhi, 2011). Sati, nella tradizione buddista, è una facoltà che occorre coltivare come strada per giungere alla riduzione delle sofferenze umane, che sono considerate connesse ad una percezione erronea di un io individuale permanente. Superare questa illusione permetterebbe il raggiungimento di un equilibrio emozionale e di un benessere psicologico duraturi.”
La Mindfulness si basa su 7 pilastri che sono tutti ugualmente importanti ed interconnessi e sono i seguenti:
Non giudizio
Quando prestiamo attenzione al flusso dei pensieri della nostra mente, ci rendiamo conto di quanto giudichiamo la nostra esperienza quotidiana e ciò spesso porta ad ansie e tensioni; può essere utile invece porci in un atteggiamento di “testimoni imparziali” della nostra esperienza, renderci conto di quando un giudizio si presenta e osservarlo semplicemente.
Pazienza
La pazienza è una forma di saggezza, che si allena con le pratiche di mindfulness
E’ importante non pretendere troppo dal nostro corpo e dalla nostra mente, ma essere pazienti, cioè essere aperti ad ogni momento ed accettarlo così come è, sapendo che le cose maturano con il loro tempo
Mente del principiante
Per cogliere la ricchezza del momento presente, dovremmo imparare a guardare le cose come se le vedessimo per la prima volta, come fanno i bambini.
Senza dare nulla per scontato e lasciar cadere le aspettative sulle esperienze precedenti, restando aperti alle nuove possibilità.
Nessun momento è uguale ad un altro e solo così potremo cogliere le opportunità che ci riserva
Fiducia
La fiducia nel valore della propria esperienza proprio perché unica.
Fiducia nelle proprie sensazioni
In questo modo impareremo ad essere pienamente noi stessi e trovare in noi la nostra guida. E avere fiducia in noi stessi faciliterà poi l’avere fiducia negli altri.
Non cercare risultati
Nelle pratiche mindfulness non ci poniamo l’obiettivo di essere bravi a fare qualcosa ma semplicemente di essere.
Di prestare attenzione a ciò che succede in ogni istante, ad esempio se si è tesi fare attenzione alla tensione, osservandola. E’ proprio il non cercare di ottenere risultati, il miglior modo per ottenere benefici nella meditazione e con la pratica questi risultati arriveranno.
Accettazione
Volere direzione il flusso degli eventi è spesso il più grande ostacolo al nostro cambiamento e alla nostra evoluzione
Accettazione non significa rassegnazione ma semplicemente disponibilità a vedere le cose così come sono, senza i nostri giudizi.
Lasciare andare
Imparare a distaccarci dai pensieri, situazioni e sentimenti che la nostra mente vuole trattenere, sia che essi siano piacevoli che spiacevoli. Il non attaccarsi a questi e imparare con la meditazione a lasciarli andare è una forma di accettazione delle cose come sono al momento, li osserviamo semplicemente e ce ne distacchiamo.
Oggi parliamo dell’importanza di sospendere il giudizio
Il non-giudizio
La nostra mente è fatta per giudicare, è proprio il suo compito, non può non giudicare. Quello che ci invita a fare questo principio è distaccarsi dal giudizio, notarlo, osservarlo e lasciarlo andare. Come se non fossimo noi a giudicare ma fossimo una sorta di spettatore imparziale di quello che avviene nella nostra mente.
In che modo questo ci può aiutare nella fame nervosa?
Se mi segui su Instagram forse avrai visto che ho pubblicato un reel in proposito
Se sospendo il giudizio su di me e sui miei comportamenti, solo allora potrò vederli per quello che sono.
E quindi potrò lavorare efficacemente per trovare soluzioni alternative valide per ME.
Finché non mi darò il permesso di osservarli in modo neutro perché me ne vergogno e perché partono mille pensieri giudicanti quello che dovrei o non dovrei fare non li potrò cambiare
Facciamo un esempio
Ad esempio, potrei rendermi conto che avere tanto tempo vuoto a disposizione e nessuno in casa a cui rendere conto, mi espone al rischio di abbuffarmi perché in passato è successo diverse volte.
Se mi fermo a giudicare questo comportamento come sbagliato, magari ripetendomi che sono la solita fallita, che non valgo niente, che non cambierò mai, non sarò in grado di cambiare questo comportamento perché non riuscirò a vederlo in tutti i suoi aspetti e sfaccettature.
Il giudizio in questo caso offusca la mia visione perché mi rende doloroso approfondire
Cosa succede se sospendo il giudizio
Se invece sospendo il giudizio, lo metto da parte e analizzo i miei pensieri e i mie comportamenti per quello che sono ossia fenomeni neutri, senza l’etichetta giusto o sbagliato ma semplicemente dinamiche che mi succedono, sarò molto più lucida e in grado di lavorare sulle soluzioni per modificare questi comportamenti e questi pensieri.
Mi pongo come un osservatore esterno e solo così posso liberare quella parte creativa della mia mente che mi fa trovare soluzioni ma che è bloccata quando sono sopraffatta dall’emotività che mi procura giudicarmi negativamente.
Pensa che qualsiasi comportamento che ritieni deprecabile tu abbia messo in atto o metti in atto, meriti di essere perdonata.
Ognuno di noi merita il perdono e perdonare libera principalmente chi lo attua.
Hai il diritto di sbagliare e hai il diritto di chiedere scusa e hai il diritto di perdonare te stessa, qualunque comportamento tu abbia messo in atto.
Perdonare significa alzare le tue frequenze, cambiare i tuoi pensieri, cambiare le tue emozioni e, quindi, cambiare i tuoi comportamenti i quali cambieranno i tuoi risultati.
Perdonare significa liberarci dai blocchi che ci tengono in una situazione che ci fa soffrire
Non possiamo cambiare il passato: possiamo solo cambiare il significato che diamo al passato.
Non possiamo cambiare il fatto che ci siamo abbuffate ma possiamo cambiare il significato che diamo a questa cosa: perché l’ho fatto? Era forse l’unico modo che avevo per affrontare il dolore? Non conoscevo altre modalità per prendermi cura di me?
Tutto questo non per darti il contentino ma per sentire profondamente che sei degna e sei all’altezza di stare bene.
E sei degna di imparare a prenderti cura di te in modi più utili per te.
Per oggi mi fermo qui e spero di averti dato qualche spunto utile di riflessione.
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