Molto spesso mi capita di sentire dire alle mie pazienti che non hanno forza di volontà. Che iniziano con entusiasmo a seguire nuove indicazioni alimentari e a sostituire vecchie abitudini con altre più utili ma poi si arenano inesorabilmente. Secondo loro questo dipende esclusivamente dal fatto di non possedere la famigerata forza di volontà.

Se preferisci ascoltare, ecco la puntata del podcast

Listen to "Dieta e forza di volontà" on Spreaker.

 

Cos’è la forza di volontà e come funziona?

Iniziamo con il dire che la forza di volontà che smuove le montagne è un mito: non è possibile con la sola azione del pensiero razionale raggiungere obiettivi ambiziosi. Per riuscire nel nostro intento quindi avere successo nel raggiungere un traguardo che ci siamo prefisse si deve verificare un allineamento tra le nostre molteplici parti.

Ti ho già parlato QUI del cervello tripartito quindi dell’esistenza di neocorteccia, sistema limbico e cervello rettile e di come le decisioni che prendiamo abbiano ben poco di razionale.

È importante definire razionalmente un obiettivo, descriverlo nel dettaglio, renderlo realistico e collocarlo nel tempo ma se si scontra con altre parti di noi che desiderano tutt’altro, non ci sarà forza di volontà che tenga!

È come se fossimo mossi da decine di forze diverse in diverse direzioni, com’è possibile procedere spediti su un percorso in queste condizioni?

Non è possibile infatti se i passi che ci avvicinano all’obiettivo sono fatti facendo totale affidamento sulla forza di volontà.

La forza di volontà è una risorsa limitata: non è inesauribile e non possiamo pensare di utilizzarla all’infinito.

Quindi da una parte abbiamo la nostra volontà conscia, la parte razionale che pianifica e programma e dall’altra la parte inconscia o sarebbe meglio dire le parti non consce che si muovono per soddisfare i propri bisogni.

Facciamo un esempio per chiarire meglio il concetto.

Voglio dimagrire: la mia parte razionale sa che seguendo determinate indicazioni alimentari, muovendomi un po’ di più e cambiando qualche abitudine arriverò al mio obiettivo.

Le parti in gioco

Esistono però altre parti che possono essere in disaccordo con la mia coscienza e il risultato sono pensieri che remano contro il mio obiettivo iniziale.

Ad esempio voglio continuare a mangiare un certo tipo di cibo perché mi ricorda la mia infanzia e ho bisogno di questo tipo di conforto oppure non voglio rinunciare a un piacere immediato in vista di uno più in là nel tempo. O ancora, solo l’idea di dover esercitare anche un minimo controllo su quello che mangio, mi fa scattare la voglia di trasgredire o per sopportare le incombenze della mia vita mi serve avere letteralmente le spalle larghe.

Ecco che cambiare l’abitudine di mangiare determinati cibi in certe quantità o in precisi orari può essere molto difficile soprattutto se vogliamo farlo solo con la forza di volontà.

Gli esempi potrebbero essere infiniti e il succo è che con la sola volontà cosciente non andiamo molto in là.

Esiste una sorta di volontà inconscia e le nostre abitudini quindi sono espressione di tale spezzettata e incongruente volontà.

La metafora della carrozza

Secondo alcune teorie l’uomo è una macchina biologica e anche le abitudini come ogni altro aspetto della nostra vita vengono pilotate da fattori esterni e meccanici: educazione, famiglia, scuola, cultura, media…

E’ celebre la metafora della carrozza ossia la rappresentazione dell’uomo come colui che non decide la direzione della propria vita, ma la subisce, condizionato dalle forze esterne che ne influenzano il percorso.

Nella metafora la carrozza rappresenta il corpo fisico, trainato da cavalli che sono le emozioni

Il cocchiere rappresenta la mente e il passeggero è l’anima o coscienza

La coscienza, che può essere identificata con il passeggero, è immersa in un sonno profondo e la nostra macchina biologica (il nostro corpo fisico) è gestita da mente ed emozioni attraverso comportamenti automatici (il pilota automatico).

Spesso capita che il passeggero/coscienza dorma e sia guidato dalle emozioni (i cavalli) o dal cocchiere (la mente) senza una direzione precisa.

Come fare per iniziare a cambiare

  1. Innanzitutto prendere consapevolezza di questi meccanismi e vederli è un passo fondamentale. Ci serve per non cadere nella trappola del senso di colpa e della mancanza di forza di volontà, appunto
  2. Per prendere il controllo della nostra carrozza dobbiamo imparare ad ascoltarci: capire cosa vogliamo veramente, chi siamo, quali sono i nostri reali bisogni. Mettere da parte il rumore di fondo dei condizionamenti della famiglia, della società, dei bisogni e credenze indotte per iniziare a conoscerci davvero.
  3. Quando ci arriva un pensiero ricorrente o una convinzione possiamo chiederci: “di chi è questa convinzione?” Mia o di mia madre, del mio ambiente lavorativo, sociale, dei miei amici, del mio partner?
  4. Definire le abitudini che vorremmo cambiare ed iniziare dalla prima, più semplice, facendo il più piccolo passo nella direzione del nostro obiettivo. Facciamo l’esempio della perdita di peso: voglio dimagrire e so che devo ridurre l’introito energetico delle mie giornate. Questo implica iniziare a mangiare anche cibi più voluminosi come frutta e verdura e ridurre quelli più densi di calorie. Qual è la cosa più piccola che posso fare, che non stravolge le mie abitudini ma mi avvicina all’obiettivo? Inserire un po’ di verdura ad ogni pasto, senza modificare nient’altro nella mia alimentazione. Questo mi porterà, inevitabilmente a mangiare un po’ meno di altri cibi e farmi sentire sazia senza sentirmi deprivata
  5. Praticare la gentilezza verso noi stesi. Il percorso evolutivo e la crescita personale sono processi che durano tutta la vita. Le nostre abitudini sono frutto di anni e anni di condizionamenti radicati in noi e non possiamo pretendere di modificarle in breve tempo. Fai i complimenti a te stessa per la decisione di aver iniziato il cammino e celebra ogni piccolo successo!

Per oggi mi fermo qui, fammi sapere cosa ne pensi e se hai riflessioni in merito o ci sono argomenti che ti piacerebbe trattassi, puoi scrivermi a info@bonacinisara.it

A presto!

 

 

Immagine da Freepik https://urly.it/3vk6r

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