Estate e rispetto del corpo

In questo spazio voglio offrirti una riflessione onesta e strumenti pratici per affrontare questi mesi con più gentilezza, autenticità e rispetto del corpo.

Oggi voglio parlarti dell’estate. Di quella promessa di libertà, leggerezza, felicità che sembra arrivare insieme al sole e alle giornate più lunghe. Ma anche di come, a volte, questa stagione possa diventare un momento complicato, soprattutto se vivi un rapporto difficile con il tuo corpo, con il cibo o con le emozioni.

Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast:

Ascolta "Rispetto del corpo, come vivere l’estate senza giudizio" su Spreaker.

Se anche tu senti di non essere “abbastanza” per vivere pienamente l’estate, se ti ritrovi a nasconderti o a lottare con la fame emotiva, sappi che non sei sola.

L’estate è la stagione della pelle. Delle braccia scoperte, delle gambe in vista, dei costumi da bagno. Ma se dentro di te c’è disagio, vergogna o fatica nel guardarti allo specchio, ogni centimetro di pelle scoperta può diventare un richiamo doloroso.

Magari scegli abiti larghi per coprire di più. Eviti fotografie, specchi o persino certi inviti. Dici che “non hai voglia” o “non hai tempo”, ma sotto c’è altro: il timore del giudizio. La convinzione di dover essere diversa per poterti godere questa stagione.

Ricorda: il tuo corpo non è il problema. Il problema è lo sguardo che ti ha insegnato a vergognartene. E se quello sguardo si può imparare, si può anche disimparare. Il rispetto del corpo comincia proprio da qui, dal desiderio di mettersi in gioco per imparare un modo nuovo di guardarti e di trattarti

La fame che non è fame: nutrire le emozioni con il rispetto del corpo

Questo strisciante senso di inadeguatezza che provi nel confronto del tuo corpo spesso è anche uno dei potenti trigger che ti portano a mangiare in eccesso, sotto la spinta di emozioni dolorose.

Magari lo fai di nascosto. In silenzio. In fretta. E poi arriva il senso di colpa, il giudizio verso te stessa, le promesse del tipo “da domani basta”.

Consigli per accogliere la fame emotiva senza colpevolizzarti:

Di mangiare emotivo ne parlo spesso ma è sempre bene ricordare che anche se ti senti senza speranza puoi fare già da ora delle piccola e azioni per te

  • Fermati per 30 secondi prima di mangiare. Respira. Chiediti: “Di cosa ho davvero bisogno in questo momento?”. Se sono meno di 30 va benissimo lo stesso! Il punto è mettere qualcosa (in questo caso una pausa) tra lo stimolo all’abbuffata e il comportamento di mangiare. Rallentare e fermarsi è un esercizio molto potente. Provalo!
  • Tieni un diario emotivo. Non per controllarti, ma per conoscerti. Annota in quali momenti il cibo diventa un rifugio. Lo so che per molte di noi scrivere sembra una perdita di tempo, magari pensi che i pensieri e le emozioni sono i tuoi ed è ovvio che sai cosa stai pensando e provando ma ti assicuro che leggerli nero su bianco spesso è una vera doccia gelata. E’ una improvvisa presa di consapevolezza che ti potrebbe sorprendere e aiutare a trovare soluzioni alternative e più funzionali
  • Prepara una lista di “carezze alternative”: una passeggiata, una canzone, una chiamata a un’amica, un abbraccio, una bevanda calda, un’attività che ti rilassi. Non dovrai usarle sempre e non tutte funzioneranno. L’obiettivo non è resistere all’abbuffata ma imparare a conoscere, sperimentare e trovare soluzioni utili per te

Il punto non è smettere di mangiare, ma imparare ad ascoltare. Il cibo può essere un messaggio. E se impari ad ascoltarlo, puoi finalmente smettere di combattere con te stessa. Rispettare il corpo significa anche accogliere i suoi bisogni senza giudizio.

Emozioni fuori stagione: quando anche il rispetto del corpo passa dall’ascolto emotivo

D’estate sembra obbligatorio essere felici. I social sono pieni di sorrisi, viaggi, tramonti perfetti. Ma se dentro senti ansia, malinconia, noia, solitudine, puoi iniziare a pensare di essere “sbagliata”.

Ti dici che dovresti solo essere grata. Che non ti manca nulla. Ma la verità è che le emozioni non obbediscono al calendario. Non si spengono con il bel tempo.

Tre modi per accogliere le tue emozioni, anche se sembrano fuori tempo:

  • Dai un nome a ciò che provi. Tristezza, rabbia, paura, stanchezza. Nominarle aiuta a sbrogliare un po’ quel “gomitolo emotivo” che ti fa stare male
  • Scrivi una lettera alla te che si sente inadeguata. Fallo come se stessi scrivendo a una persona cara. Sarai sorpresa da quanta gentilezza puoi offrirti.
  • Crea un piccolo rituale serale: accendi una candela, scrivi 5 righe su com’è andata la giornata, ascolta una musica che ti calma. Impara a concederti un momento per te e a sperimentare piacere anche se, per ora, non abiti un corpo che accetti completamente. Devi sapere che l’accettazione e l’amore non sono condizionati e se aspetti di avere un certo corpo per trattarti con rispetto, ti assicuro che non lo farai nemmeno una volta che quel corpo lo avrai raggiunto

Non sei stonata se non riesci a essere felice in estate. Sei solo umana. Le emozioni non sono stagionali. E il rispetto del corpo passa anche dall’accoglienza emotiva.

L’inizio della cura: riscrivere il rapporto con cibo ed emozioni con il rispetto del corpo

E se questa estate non fosse una prova da superare, ma un punto da cui ripartire?

Non per cambiare il corpo. Ma per cambiare il modo in cui ti guardi. Per farlo però devi essere disposta a fare le cose in modo diverso rispetto a come le hai sempre fatte. Ci stai? Se la risposta è sì, ti propongo

Tre piccoli modi per iniziare a cambiare sguardo:

  1. Ogni mattina, pronuncia una frase gentile verso di te. Anche se non ci credi ancora. La frase non deve necessariamente riguardare solo il corpo. Può essere gentile verso te stessa in senso più ampio — che include il corpo, ma anche emozioni, pensieri, e tutto ciò che ti riguarda.

Anzi, spesso è più efficace che la gentilezza sia rivolta all’intera persona, perché il rispetto del corpo nasce anche dall’accoglienza di sé nella sua interezza, corpo e mente insieme.

Ecco alcuni esempi che puoi utilizzare ma sentiti di libera di personalizzare le frasi come più ti piace:

“Sono degna di cura e rispetto, così come sono.”

“Mi accolgo con gentilezza, dentro e fuori.”

“Il mio corpo e la mia mente meritano amore e ascolto.”

“Oggi scelgo di volermi bene, anche con i miei limiti.”

“Sono abbastanza, proprio come sono.”

“Mi concedo spazio per sentire e per essere.

2. Concediti uno spazio in cui non devi dimostrare nulla. Anche solo 15 minuti al giorno per stare con te stessa                 senza giudizio.

3. Se senti di non farcela da sola, cerca un supporto. Può essere un’amica, un gruppo di condivisione, una                          professionista. Non per “aggiustarti”, ma per accompagnarti.

Il rispetto del corpo non è un traguardo da raggiungere, ma un gesto quotidiano. Ti assicuro che il cibo può tornare ad essere nutrimento e le emozioni, una bussola, non qualcosa da cui scappare.

E no, non devi farcela da sola. Hai diritto ad avere una guida, una mano, una voce che ti accompagni, se ne senti il bisogno

Conclusione: parole che restano

Se ti sei riconosciuta in queste parole, se qualcosa ti ha fatto compagnia, sappi che non sei sola.

Ogni emozione che provi, ogni difficoltà nel rapporto con il corpo o con il cibo, è parte di un percorso umano e profondamente personale.

Il rispetto del corpo non è un traguardo da raggiungere, ma un cammino che si costruisce giorno dopo giorno, con pazienza e gentilezza verso te stessa.

Può essere un rapporto diverso. Può essere più tuo, più autentico e fonte di gioia per te.

E non devi necessariamente farcela da sola: io sono qui, con gentilezza, rispetto e ascolto

 

 

Immagine da Freepik

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