Consapevolezza come chiave per il cambiamento

Prendo spunto da un messaggio inviatomi da una mia paziente per approfondire il tema della consapevolezza come punto chiave in un processo di cambiamento (di cambiamento avevo già trattato qui e qui).

Viene al controllo pur non portando, a suo dire, alcun “successo”: il peso non scende (segue una alimentazione terapeutica, quindi non solo per perdere peso ma anche con esclusione di intere categorie di alimenti) e non si spiega il perché.

Analizziamo insieme la sua giornata e provo a capire quali sono i punti critici o quel qualcosa che ci sta sfuggendo: le do qualche suggerimento pratico per la gestione e l’organizzazione dei pasti e ci salutiamo.

Percepisco un non detto importante e mi ripropongo di approfondirlo nell’ incontro successivo.

il mattino seguente mi arriva un messaggio da parte sua: lei lo scrive quasi come una “confessione”, quindi intrisa di senso di colpa e quello che mi arriva è una profonda presa di coscienza di quei comportamenti e pensieri che non le permettono di raggiungere i risultati voluti.

Quando capitano queste cose mi sento molto onorata: non è facile aprirsi davanti a un’altra persona, tanto meno se questa ha il camice bianco (io non lo porto ma è per rendere meglio il concetto! :-) ) Ci si sente giudicati negativamente, non si può scappare e si è costretti a fare i conti con cose che non ci va di affrontare.

Quindi sono molto grata quando qualcuno cerca di aprirsi, indipendentemente dal mezzo con cui lo fa.

Andare da un nutrizionista non è mai solo questione di cibo e “i grassi” non sono persone pigre senza forza di volontà: se pensassi questo avrei già cambiato mestiere da molto tempo!

Ho visto persone francamente obese raggiungere eccellenti risultati nel lavoro, terminare dolorosamente relazioni importanti, smettere di fumare…tutti processi che implicano parecchia forza di volontà.

E tu riesci a sentirti?

C’è molto di più dietro e molto spesso ha a che fare con il non sentirsi.

Vedo quotidianamente persone obese che sostengono di mangiare pochissimo: ovviamente a volte è il risultato del timore di venire giudicati ma altrettanto spesso, approfondendo un po’ l’argomento, mi accorgo che queste persone non sono assolutamente consapevoli di quello che mangiano, sia in termini di quantità che di energia

Lo stesso discorso vale per gli incrementi di peso: ”dr.ssa ho preso 15 kg senza accorgermene”. Come è possibile non rendersi conto di aumentare 15 kg DURANTE il processo?

È possibile se non siamo abituati a sentire noi stessi.

Per cambiare qualcosa dobbiamo prima ACCETTARLO: accettare non significa condividere o che ci faccia piacere ma prendere atto che quella cosa esiste.

Accettare una perdita non vuol dire che devo esserne felice o d’accordo ma che prendo consapevolezza che quella perdita esiste e accetto anche i miei sentimenti negativi.

Solo se accetto il mio sovrappeso (ossia ne prendo consapevolezza), posso cambiarlo. Ciò può non essere facile né automatico e alcune discipline ci possono venire in auto: lo yoga, la meditazione, la mindfulness o anche un semplice hobby che ci assorba totalmente. Alla fine meditare è stare con sé stessi in modo autentico e profondo e non è indispensabile essere asceti indiani per praticarlo, si può benissimo fare anche mentre si fa modellismo, ad esempio!

Desiderio di libertà vs esigenza di controllo

Un altro tema importante che riguarda il seguire un piano alimentare è la libertà:

finchè vedrò una dieta come uno schema rigido di privazioni e dolori non potrà mai funzionare.

Solo partendo dal responsabilizzarmi ossia dal capire che io stesso in piena autonomia ho deciso di rivolgermi a un professionista e che ho la piena libertà di mangiare quello che voglio MA scelgo di consumare determinati alimenti, posso liberarmi da una prigione auto-imposta.

Questo concetto a prima vista può sembrare un sofisma ma in realtà è un punto cruciale da capire se vogliamo vivere un percorso (di dimagrimento, terapeutico, di crescita personale) con gioia piuttosto che subirlo.

Prendendo consapevolezza del fatto che posso mangiare quello che voglio ma scelgo di mangiare un determinato cibo o consumare un certo pasto, prendo la respons-abilità (la capacità di rispondere adeguatamente) di quel percorso.

Focalizzandomi poi sugli aspetti positivi del percorso posso amplificare la possibilità di riuscire ad ottenere i risultati che voglio:

  • Faccio qualcosa per me stesso
  • Ho ben fisso l’obiettivo (meglio se con piccoli obiettivi intermedi)
  • Digerisco meglio e non ho più il reflusso
  • Non ho più il fiatone
  • Dormo meglio e mi sento più energico

SONO RINFORZI POSITIVI molto più efficaci rispetto a

  • Non potrò mai più mangiare…. (inserire cibo preferito)
  • Perché devo stare a dieta?? Alla fine non ho fatto del male a nessuno
  • Che vita è non poter uscire a cena 3 volte a settimana e mangiare sushi all you can eat??
  • Non ho tempo per fare attività fisica (dove per attività fisica si intende anche qualche passeggiata o parcheggiare più lontano e fare commissioni a piedi)

 

Richiedi una consulenza

    Dichiaro di aver letto e compreso l'informativa che mi è stata fornita ai sensi degli artt. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679 - Informativa sulla Privacy

    Trattamento dati personali finalità Marketing (obbligatorio indicare una scelta)
    AccettoNon accetto

    Trattamento dati personali finalità Marketing e comunicazione terzi (obbligatorio indicare una scelta)
    AccettoNon accetto

    Se ti è piaciuto il post, potrebbe anche interessarti: