Il nuovo episodio è uscito eccezionalmente oggi perché ci tengo a parlarti di una iniziativa che ho deciso di organizzare, su suggerimento di una mia cara paziente. Si tratta di un evento esclusivo, riservato a sole 5 donne. Una Masterclass online su fame emotiva e Natale.
L’incontro durerà 90 minuti, parleremo insieme delle tue difficoltà con il cibo durante il periodo Natalizio e le cene parentali, amici, colleghi di lavoro.
Ti darò infatti TUTTI gli STRUMENTI per trascorrere QUESTO Natale in ARMONIA con te stessa e GLI ALTRI, senza SENSI DI COLPA o paure di perdere il controllo o di essere giudicata per ogni scelta che FAI.
Se vuoi saperne di più, scrivi una email a info@bonacinisara.it
E se anche per te le feste di Natale sono un incubo per la paura di perdere l controllo, le abbuffate e il senso di colpa oggi voglio affrontare proprio questo tema.
Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast:
Ascolta "Natale, fame emotiva e abbuffate" su Spreaker.Natale, fame emotiva e senso di vuoto
Le Feste di Natale e quella strisciante sensazione di disagio, vuoto e tristezza che pervade tante di noi.
E questa sensazione è spesso legata alla perdita di controllo con il cibo.
Le festività in generale sono periodi molto delicati per chi vive un rapporto conflittuale con il cibo.
Un primo motivo è che tutto, nella nostra società, viene celebrato con abbondanza di cibo.
E se un tempo si aspettavano con trepidazione questi giorni per poter mangiare cibi speciali, che nel resto dell’anno non si consumavano, adesso nella nostra parte di mondo abbiamo tutto, tutti i giorni.
E quindi per molti il Natale è diventato sinonimo di abbondanza in quantità e qualità. Una abbondanza a volte stucchevole ed esagerata, che crea ansia da prestazione e da preparazione.
Il secondo motivo è che spesso ci troviamo a festeggiare con chi amiamo e anche con chi…amiamo un po’ meno.
Tutte quelle incomprensioni, quei confitti sottili che generano i cosiddetti rapporti “di facciata”, in questo periodo arrivano al loro apice.
Dover condividere la tavola in dinamiche che non ci fanno stare serene non è semplice e per molte di noi può essere un motivo di ansia e paura.
Perché posso capirti
Io non ho mai amato follemente il Natale. Tolto il periodo dell’infanzia, forse, in cui aspettavo Babbo Natale (e anche Santa Lucia che in casa mia si festeggiava, forse ancora di più), negli anni dell’adolescenza e dell’età adulta mi ha spesso provocato molta tristezza.
Con il tempo ne ho capito i motivi, legati a situazioni vissute in famiglia ma capirlo non mi ha automaticamente aiutato a stare bene.
Negli anni dei disturbi alimentari, Il Natale diventava un vero braccio d ferro:
Trovavo ogni tipo di stratagemma per mangiare il meno possibile alle cene con i parenti e di lavoro e poi ritrovarmi ad abbuffarmi, ovviamente da sola, e di cose che magari nemmeno mi piacevano.
Comportamenti che ad un occhio esterno a queste problematiche possono sembrare folli e assurdi.
Ma se mi stai ascoltando, sono abbastanza sicura che le abbia vissute anche tu. O che le stia vivendo proprio che ora.
Il cibo diventa una merce di scambio e un teatro di guerra: mi concentro su quello che posso o non posso permettermi di mangiare per non pensare ad altro.
E poi c’è l’ossessione per il peso: quanto mi farà ingrassare il panettone? Se stasera a cena mangio le lasagne, domani devo digiunare. Anzi, meglio che digiuni anche a pranzo. E in questo modo, visto che il corpo non può essere comandato a bacchetta dalla mente per sempre, ti assicuri una abbuffata e l’ennesima sensazione di essere uno schifo. Ti suona famigliare tutto ciò?
I fattori che mi hanno permesso di uscire dal loop
A me si e non saprei dire esattamente quando sono uscita da questo loop in modo concreto e tangibile.
Da un lato perché non è successo in una notte, è stato sicuramente un processo e quindi, per sua natura, fatto di passi avanti e passi indietro.
Dall’altro perché penso che il cambiamento più potente sia partito da aspetti che con il cibo non avevano a che fare.
Almeno apparentemente.
Ad esempio, ricordo che mi sono sempre sentita in colpa perché non riuscivo a godere della magia del Natale ma per me era una sofferenza.
Mi sforzavo di farmelo piacere e non darlo a vedere all’esterno perché non volevo essere pesante ma dento morivo un po’.
Poi un anno mi sono detta: “Va bene, mi sento così e va bene. Non devo per forza essere felice e se agli altri non va bene, non devo cambiare il mio stato d’animo per farli contenti” Non credo di aver usato proprio queste parole ovviamente ma il succo del discorso è stato questo.
Mi sono, per la prima volta, autorizzata a provare quello che stavo provando.
Anche se non mi piaceva, anche se gli altri si aspettavano altro.
Mi sono detta: “Va bene così”
La magia che nasce quando validiamo le nostre emozioni
Ed è davvero stupefacente quanto autorizzarci a provare quello che stiamo provando, validare le nostre emozioni, sia liberatorio e crei l’effetto opposto a quello che temevamo.
E’ come deporre le armi e dire, “Io mi arrendo. E’ peggio continuare a combattere piuttosto che perdere”
E proprio in quel momento, per me è avvenuto l’opposto: il Natale ha smesso di spaventarmi ed essere l’occasione per sentirmi inadeguata e ho raggiunto una sorta di tregua.
Questo poi chiaramente ha avuto un riflesso anche sul rapporto con il cibo.
Prima di tutto, ho iniziato a non caricare di così tante aspettative questi pasti fuori dalla mia normalità.
E’ importante che ricordi che sei sempre tu a decidere, nessuno ti metterà il cibo in bocca a forza, puoi scegliere e puoi farlo sempre.
Puoi scegliere di andare oltre alla tua sazietà ad un pasto e non farlo quello successivo.
Puoi scegliere di assaggiare tutto, assaggiare solo quello che ti ispira, mangiare quantità più grandi di cibi che ti piacciono e rifiutarne altri. Tutte le scelte sono lecite e vanno bene. Non c’è giusto e sbagliato. C’è solo quello che ti fa sentire bene.
Natale e fame emotiva: il “tutto o nulla”
Lo so che è difficile e, in effetti, la prima volta che lo fai è difficile ma lo è perché sei talmente immersa nella mentalità del tutto o nulla da non prendere nemmeno in considerazione l’opzione che ci sia un altro modo possibile.
Ma ricorda che il tutto o nulla è solo nella tua testa, non è la realtà.
Quando pensi che un pasto abbondante vanifichi tutto sei nel tutto o nulla
Quando pensi che non allenarti per una settimana ti faccia perdere massa muscolare sei nel tutto o nulla
Quando pensi che non dimagrire equivalga ad ingrassare, sei nel tutto o nulla
Quando pensi che essere magra ti porterà ad essere felice sei nel tutto o nulla
Datti il permesso di stare nel momento
E finché vivrai tra questi due estremi non vivrai nel mondo, che è fatto di sfumature e zone grigie.
Il punto è: sperimenta tu stessa.
Ma per farlo devi imparare a stare lì.
A non scappare da quel disagio, prefigurandoti scene catastrofiche che ti portano ad abbuffarti.
A non dare retta a quella vocina che ti dice che hai fallito ancora, che sei un disastro che gli altri penseranno questo e quello.
Quella vocina ci sarà sempre (o meglio potrà esserci ancora per un po’) ma, proprio come faresti con il grillo parlante, imparerai a dirle: “Ti ringrazio e apprezzo che ti preoccupi per me ma le tue parole non sono fatti” e andare avanti.
La partita si gioca tutta lì: nell’imparare a stare in quel disagio proprio quando è più difficile.
Proprio quando l’ultima che vorresti fare è passarci in mezzo.
Lo lo so bene che quando arriva l’emozione, potentissima, ti sembra che non ce la potrai fare a sopravvivere. Che senza mangiare non potrai superarla perché è troppo intensa e ti ucciderà. Metaforicamente certo ma la mente subconscia non conosce le metafore, ricordi?
Ecco perché è importante, passetto dopo passetto imparare a farlo. Prima in zone sicure poi via via in situazioni sempre più complesse.
Ed ogni emozione vissuta e superata ti fortificherà, potrai guardarti indietro e vedere che non hai avuto bisogno di anestetizzarti per passarci attraverso.
Ed è proprio in questo periodo di Festa, che per alcune di noi è fonte di ansia e disagio, che puoi sperimentarti e metterti alla prova.
E puoi trovare in me un aiuto e un supporto sicuro e senza giudizio.
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