Tutto nasce da una domanda di una mia cliente, o meglio, da due domande in realtà: “Sara, esiste una strategia per affrontare gli inviti a cena in maniera mindful?”
“Perché si perde totalmente il controllo?”
Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast:
Ascolta "Perché perdo il controllo durante un invito a cena" su Spreaker.Come potrai ben immaginare non è possibile rispondere in modo secco e conciso a queste domande.
Ho voluto cogliere il suo suggerimento di registrare una puntata del podcast per fornire una risposta più articolata.
Una doverosa premessa
Facciamo una doverosa e importante premessa: se stai ascoltando questo podcast è altamente probabile che tu sia consapevole che le problematiche con il cibo non riguardano mai solo il cibo e quindi che per migliorare in quella specifica area della tua vita, sia necessario lavorare anche su altre aree. Molto spesso aree che non immaginavi potessero avere ricadute sul tuo modo di mangiare.
Inoltre non esiste una riposta univoca che va bene per tutti, anzi, lo stesso suggerimento potrebbe essere efficace per qualcuno e deleterio per qualcun altro. Perché “la riuscita” dipende dal grado di consapevolezza e dalle dinamiche che si muovono in ognuno di noi.
Detto questo, rispondiamo alle domande!
Ti avviso già da ora che per trovare la TUA risposta, ti dovrò necessariamente fare altre domande perché la risposta dipende direttamente dalle tue specifiche caratteristiche.
Domande per rispondere alle domande
Quindi inizierei con una domanda: “secondo te perché, durante gli inviti a cena, perdi sistematicamente il controllo?”
Perché durante il resto dei giorni sei a dieta (realmente, nel senso che mangi davvero poco o cognitivamente nel senso che hai delle regole sui cibi che ti puoi permettere)?
Oppure ti senti in ansia perché pensi che i commensali potrebbero giudicarti per quello che mangi o non mangi?
Le risposte a queste domande fanno la differenza rispetto al lavoro da fare
Nel primo caso, potresti andare a lavorare sulla restrizione cognitiva ossia sul diventare più flessibile nei confronti del cibo che mangi nella quotidianità. Ad esempio, inserendo piccole porzioni, in modo controllato, dei cibi che fino ad ora hai considerato cattivi per renderli sempre più neutri e togliere loro una connotazione morale.
Nel secondo caso, potresti andare a lavorare su autostima e assertività: perché è così importante per te il giudizio che potrebbero dare le persone su quello che mangi? Quali caratteristiche tu associ a una persona grassa o sovrappeso?
Se dentro di te è ben chiara l’associazione persona grassa= persona debole, senza forza di volontà, che si fa travolgere dagli istinti più bassi, pigra, indolente (aggiungi aggettivi a piacere) è chiaro che rischiare di essere giudicata tale in base al tuo aspetto o al tuo modo di mangiare, ti mandi in crisi.
A questo proposito potresti cercare degli esempi concreti di persone sovrappeso che stimi e ammiri, a disconferma della tua tesi
Commenti non richiesti e perdita di controllo
Oppure un altro motivo alla base del fatto che durante gli inviti a cena perdi il controllo potrebbe essere che hai sperimentato talmente tanta “carestia” in tue diete passate o in comportamenti appresi in famiglia da vedere queste situazioni quasi come una rivincita e una ricompensa. Come se ti dicessi: “Finalmente posso mangiare tutto ciò che voglio, domani tornerò a dieta”
A volte è proprio nelle occasioni sociali che emergono i conflitti, più o meno nascosti, tra i componenti di una famiglia.
Commenti sul peso, sulle forme del corpo, su quanto si mangia e non si mangia possono essere pesanti e averci segnato al punto da collegarli ancora a queste situazioni.
E per alcune persone questi commenti e anche solo la paura di rischiare di sentirli, può portare a mangiare senza ascoltarsi. Più che per fame, per far passare il tempo e non mettersi nella condizione di avere momenti vuoti nei quali è più semplice poter dialogare.
Il punto qui è che siamo talmente immersi nella cultura della dieta da ritenere che sia normale fare commenti sul peso e sul corpo delle altre persone.
Ma questo non è e non deve essere normale: qualcuno che si permette di farti notare quanto sei ingrassata o dimagrita è una persona che entra a gamba tesa in una tua sfera privata ed è importante che ti sia chiaro che non sei tu ad essere sbagliata, se ci rimani male.
Cultura della dieta e perdita di controllo
E’ urgente e necessaria una educazione in merito perché, nonostante esistano diversi movimenti di sensibilizzazione verso questi temi, questo atteggiamento è ancora troppo diffuso. Ed è ovunque: proprio qualche giorno fa mi è capitato di assistere a uno spezzone di puntata di una nota trasmissione televisiva del pomeriggio e ho contato almeno 3: “sei dimagrita/o? Come stai bene!”
Questi commenti sono davvero fuorvianti perché:
Non puoi sapere perché quella persona è dimagrita (in modo volontario, per un lutto, per una malattia, per un disturbo alimentare?)
Non puoi sapere cosa deve fare per mantenere quella forma (digiuni, restrizioni dietetiche esasperate) e come impatti sulla sua qualità di vita.
L’essere a dieta è spesso ancora visto come qualcosa di virtuoso, di sano, di giusto, legato a qualità come forza e determinazione. E suscita spesso ammirazione da parte degli altri.
E si continua così a rinforzare il legame tra corpo magro=valore personale. Se sono magra vado bene, se sono un po’ meno magra non vado più bene.
Starai quindi iniziando a capire quanto sia complesso rispondere alle domande iniziali J
Proprio perché non esiste una risposta univoca, è fondamentale partire da te.
Dalle tue convinzioni su te stessa, sul cibo, sul corpo e dai tuoi valori.
Per andare a lavorare sulla base di quell’iceberg la cui punta è rappresentata dalle tue difficoltà con il cibo.
Per oggi mi fermo qui, spero di essere stata chiara e averti dato qualche spunto utile di riflessione.
Se ti va, fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto.
Se invece ti piacerebbe lavorare con me ma non sai se il mio percorso fa per te, puoi prenotare qui una chiamata gratuita.
Ti mando un grande abbraccio e noi ci sentiamo presto!
Immagine da Freepik