Quando mangiamo per paura, non per fame

Questa puntata mi è stata indirettamente suggerita da una ragazza che mi segue e ho deciso di iniziarla con una domanda potente: ti capita di mangiare anche se non hai fame, solo perché temi che dopo non avrai cibo a disposizione?

Se preferisci ascoltare, ecco l’episodio del podcast

Ascolta "Paura della fame. Perché sentiamo il bisogno di fare scorta di cibo" su Spreaker.

Recentemente, una persona mi ha scritto raccontandomi questa esperienza: ‘Quando vado fuori a cena, mi viene spontaneo mangiare tantissimo, come se dovessi approfittarne perché poi chissà quando potrò farlo di nuovo. Ho questa paura di rimanere senza cibo e finisco per mangiare molto più di quanto il mio corpo abbia davvero bisogno.’

Questa è una esperienza molto comune e oggi approfondiremo le motivazioni per le quali capita e impareremo a gestirla utilizzando Mindful Eating

Perché abbiamo paura di avere fame?

Di paura della fame ne ho parlato anche qui e oggi andremo ad approfondire alcuni motivi che possono influenzare la tua paura di provare il senso di fame.

Punto numero 1: Esperienze dell’infanzia

La paura della fame ha origini lontane.

L’infanzia è un periodo in cui si formano molte delle nostre credenze sul cibo.

Se da bambini abbiamo vissuto situazioni in cui il cibo era scarso o soggetto a regole rigide (ad esempio, “finisci tutto perché non sappiamo quando ci sarà altro”), il nostro cervello potrebbe aver sviluppato un’associazione tra cibo e sicurezza.

Ad esempio, se in famiglia c’era la paura di non avere abbastanza cibo, o se si vivevano momenti di difficoltà economica, potremmo aver imparato inconsciamente che quando il cibo c’è, bisogna approfittarne. Da adulti, questo si può tradurre in un comportamento di “accumulo”, anche quando il cibo è sempre disponibile.

2 Restrizioni alimentari, il paradosso delle diete rigide

Le diete restrittive ci mettono in uno stato di scarsità percepita: ci dicono cosa possiamo e non possiamo mangiare, creando un forte senso di privazione. Il nostro cervello, però, non ama le restrizioni e reagisce con il desiderio di ribellione.

Se hai sperimentato l’effetto yo-yo, potresti aver vissuto periodi di forte restrizione seguiti da abbuffate o perdite di controllo. Il corpo si ricorda di questi momenti e, per proteggersi, sviluppa il bisogno di “fare scorta” appena può. Questo alimenta la paura della fame e il bisogno di mangiare in eccesso.

Ti è mai capitato di concederti un cibo proibito e sentire il bisogno di mangiarne tantissimo, perché pensavi che da domani non avresti potuto più farlo?

3 Influenze culturali: il mito dell’“approfittane finché puoi”

La nostra cultura influenza il modo in cui vediamo il cibo. In molte famiglie si tramanda l’idea che il cibo sia qualcosa da sfruttare quando disponibile, quasi come se fosse un’opportunità da non perdere.

Pensiamo alle frasi comuni come “Mangia di più, chissà quando potrai rifarlo” o “Sei in vacanza, approfittane!”. Questo porta a una mentalità in cui il cibo diventa un’occasione speciale piuttosto che un bisogno quotidiano.

Se cresciamo con l’idea che le occasioni di mangiare qualcosa di buono siano rare, potremmo sentirci spinti a mangiare in eccesso ogni volta che abbiamo accesso a cibi “speciali” o quando siamo fuori casa.

Quante volte hai mangiato più del necessario solo perché eri in una situazione particolare e hai pensato “non capita tutti i giorni”?

4 Mente primitiva: perché il nostro cervello è programmato per accumulare cibo

Dal punto di vista evolutivo, il nostro cervello è progettato per proteggerci dalla scarsità di cibo. Nei tempi antichi, il cibo non era sempre disponibile, quindi il nostro corpo si è evoluto per accumulare riserve quando possibile.

Quando vediamo del cibo disponibile, il nostro cervello può attivare un meccanismo di “sopravvivenza” che ci spinge a mangiare più del necessario, soprattutto se abbiamo vissuto restrizioni in passato.

Anche se oggi il cibo è accessibile per la maggior parte delle persone, il nostro cervello rettiliano non lo sa. Per questo, potremmo sentire il bisogno di mangiare di più “per sicurezza”, anche quando il cibo non mancherà mai davvero.

La prossima volta che senti il bisogno di mangiare tanto, prova a chiederti: “Sto rispondendo a una vera fame, o è il mio cervello primitivo che sta cercando di proteggermi da una scarsità che in realtà non esiste?”

5 Il legame con il mangiare emotivo: la paura della fame come compensazione dell’ansia

La paura della fame non è solo fisica, ma anche emotiva. In molti casi, il cibo diventa un modo per gestire l’ansia e il bisogno di controllo.

Se una persona si sente insicura in una determinata situazione (ad esempio, una cena fuori, un viaggio o una giornata piena di impegni), può sviluppare la paura di restare senza cibo come riflesso di una paura più profonda: la paura di non avere abbastanza, di non essere abbastanza, di non avere il controllo.

Non si tratta solo del timore di non avere cibo, ma anche del bisogno di sicurezza e prevedibilità. Il cibo diventa una certezza in un mondo incerto.

Quando senti la paura di aver fame, prova a chiederti: “Cosa sto davvero cercando? È davvero il cibo, o ho bisogno di sentirmi più al sicuro, più in controllo, più tranquillo/a?”

Due comportamenti comuni della paura della fame

Ecco due ocmportmaneti comuni quando parliamo di paura della fmae:

Mangiare prima di avere fame: “E se poi ho fame e non posso mangiare?” → Si traduce in spuntini eccessivi, pasti abbondanti anche senza reale necessità

Sovralimentarsi quando si è fuori: “Ne devo approfittare perché poi chissà quando mi ricapita!” → Sensazione di scarsità che porta a eccessi

Mindful Eating: come superare la paura della fame

I prossimi 5 step possono aiutarti

  1. Riconoscere il pensiero di scarsità: il cibo sarà sempre disponibile, anche se non mangi tutto ora.
  2. Fare un check di consapevolezza prima di mangiare: chiedersi: “Ho davvero fame o è paura?”
  3. Fidarsi del proprio corpo: Se avrò fame dopo, saprò gestirla.
  4. Praticare il “mangiare abbondante consapevole”: concedersi di godersi il cibo senza l’ansia di finire tutto.
  5. Esercizio pratico: la tecnica della pausa. Fermarsi 10 secondi prima di prendere il cibo e ascoltare il proprio corpo.

Con una mia cliente, che chiameremo Silvia, ha funzionato questa strategia: ha individuato alcune frasi potenti da ripetersi sull’abbondanza e sulla fiducia nel suo corpo. Ad esempio, il cibo è sempre disponibile per me, mi fido del mio corpo che sa quando è abbastanza, ho fiducia nel mio corpo che sa gestire benissimo la fame. Quando sentiva arrivare la fame, si fermava per 10 secondi, ripeteva una frase e rimaneva in ascolto del suo corpo.

Ovviamente ognuno di noi è differente e non ho la presunzione di sapere cosa funziona PER TE.

Mindful Eating ci aiuta proprio a rimanere nel presente per poter mettere in pratica tutti questi ed altri strumenti e diventare finalmente protagoniste delle nostre scelte, anche a tavola.

Ricorda, non è il cibo a darti sicurezza, ma la tua capacità di ascoltarti con fiducia e consapevolezza.

Oggi voglio concludere con una breve meditazione sul tema dell’abbondanza e della fiducia nel nostro corpo, che trovi qui.

 

 

Immagine da Freepik

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